
Due giornate di gara e già tante emozioni ai Campionati del Mondo Assoluti di Catania 2011. Paolo Pizzo a Catania è cresciuto sia come uomo che come schermidore. Poi la partenza verso Roma, per migliorare ed affinare la sua tecnica grazie al Maestro Oleg Pouzanov. Adesso, nella sua prima gara a Catania, vince, strabiliando e facendo sventolare le circa milleduecento bandierine tricolore del Palaghiaccio.
Dopo una cavalcata trionfale, iniziato con la vittoria sul finlandese Lahtinen per 15-7, proseguita nei 32 con il successo sull’ucraino Herey per 15-11 e agli ottavi sullo statunitense Thompson per 15-9. Ai quarti lo scoglio, sulla carta, più duro: l’ungherese Imre. La pedana verde, a ridosso della tribuna, diventa il “cortile di casa”, con tutta la famiglia e gli amici a sostenerlo. Paolo scatena tutta la sua grinta e ferma la corsa dell’esperto magiaro col punteggio di 15-11, salendo sul podio. La semifinale si annuncia dura: c’è di fronte lo svizzero Kauter, uno che nel tempo libero suona e canta in un gruppo musicale. Ma stavolta, il canto della vittoria è intonato da Pizzo, dopo un assalto che lo ha visto sotto di due stoccate, poi in parità, poi ancora sotto sino al rush finale del 15-12. In finale lo attende l’olandese Verwijlen. L’avvio è da incubo: sotto 4-0 dopo i primi secondi di gara. Il pubblico lo incita, compaiono le bandierine tricolore e dagli spalti si alza il coro “Paolo, Paolo”. Lui, sotto la maschera, si esalta e dà vita prima ad una rimonta e successivamente ad un testa a testa che si conclude sul definitivo 15-13. Paolo Pizzo è Campione del Mondo, vince matematicamente la Coppa del Mondo di specialità e manda il Palaghiaccio in visibilio. Viene fatto saltare in aria dallo staff federale di spada, poi l’abbraccio con il suo maestro ed infine l’insolita corsa in tribuna per lasciarsi avvolgere dall’affetto della sua famiglia. “Sto vivendo un sogno, non mi sembra vero – ripete a spron battuto prima di dedicarsi ai microfoni ed ai taccuini dei cronisti –. Sono un ragazzo che ha lottato. Prima facevo pallavolo (tradizione di famiglia, ndr), calcio e scherma. Scelsi la scherma. A 13 anni ho lottato contro un tumore al cervello. I medici, dopo l’operazione mi dissero che non avrei più potuto fare certi sport, tra questi la scherma. Bè, ho disubbidito!”. Poi, Paolo Pizzo da Pedara, ma catanese sino al midollo, si confessa candidamente: “stare a Roma non è semplice. Mi manca la mia terra, mi manca il mare e soprattutto l’Etna, tanto che mi sono fatto tatuare il suo nome latino. Ogni mattina mi sveglio e penso alla Sicilia. Vincere qui è bellissimo. Appena ho messo l’ultima stoccata mi sono buttato a terra per baciare la mia terra. Dediche? A tutti quelli che mi sono stati accanto, dalla mia famiglia all’Aeronautica Militare, ma soprattutto a chi è costretto a lottare per un sogno. Io ce l’ho fatta”.
Poi per Pizzo è tempo di ricevere, sul podio, la medaglia, gli applausi e di cantare l’inno di Mameli. Gioia pura per un ragazzo di 28 anni che sta vivendo una realtà bella quanto un sogno.
foto Augusto Bizzi – fonte federscherma.it